Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/179

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esempi e detti morali 167

l’uno mi diceva che io dicessi una cosa; e l’altro mi diceva che io non dicesse di quello, ma di quello che toccava all’altra parte. Ed io che mi vedevo infra due estremi, che feci? Dissi in me medesimo: elli mi conviene avere una buona avvertenzia. Tenni sí fatto modo, ch’io salvai la capra e’ cavoli; che io cominciai a parlare delle cose altissime, e dèi l’ordine a tutte; e cosí a poco a poco sciesi giú abasso alle terrene, intanto ch’io insegnai, e dèi l’ordine a tutte quelle cose che erano di bisogno a loro, per insino come si die dare beccare alle galline, sí che in fine a ognuno insegnai il loro bisogno.


XXXI.


Sai come è fatta la mente nostra quando ella non cognosce una cosa che gli viene nella mente? È come il mare quando è in fortuna, o come una acqua quando v’è del loto. Se tu vorrai vedere dentro ne l’acqua torba quello che v’è, tu nol potrai vedere di subito. Sai che ti convien fare? Convienti aspettare tanto che ella schiari. Come ella sarà riposata, tu la vederai chiara e bella, che ogni piccola cosa vi potrai discernare. Cosí è proprio la tua mente, quando è torba: non puoi cognoscere la verità che v’è nascosa: convienti aspettare tanto che ella sia riposata, e vedrâvi dentro ogni chiarità, e potrai seguire il bene e lassare il male. Se tu ti mettessi a fare una cosa quando la mente tua è in tanto travaglio, non è possibile e pena a farla bene. Pensa: quando il mare ha fortuna, chi sarebbe quello che allora