Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/37

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IL CAPITOLO DELLE BESTIE


El lione udí una volta che i frati avevano fatto capitolo, laddove essi s’accusavano peccatori de’ falli i quali ellino avevano commessi, rendendosene in colpa. Dice il lione: “O, se i frati fanno capitolo di tutti loro dinanzi al loro maggiore, io che so’ il maggiore di tutti gli animali della terra, e so’ signore di tutti loro, debbo io èssare peggio di loro?” E subito fece comandare il capitolo a tutti gli animali, che venissero dinanzi a lui. E ragunandosi cosí, elli entrò in una sedia; e come fu dentro, elli fa comandare che tutti si ponessero a sedere intorno a lui. E cosí sedendo, disse il lione: “Io non voglio che noi siamo peggio che gli altri in questo. Io voglio che noi facciamo capitolo come fanno i frati, laddove voglio che si dica ogni peccato e male che si fa; però che essendo io el maggiore, voglio saperli. Io ho sentito che molti pericoli so’ stati fatti per voi. Io dico a chi tocca. E però voglio che ciascuno dica a me il peccato suo. Venite tutti a me a uno a uno accusarvi peccatori di quello che voi avete fatto.”

Egli fu detto all’asino che andasse prima; e l’asino andò oltre al lione, e inginocchiossi e disse: “Missere, misericordia!” Dice il lione: “Che hai fatto, che hai fatto? dillo.” Dice l’asino: “Missere, io so’ d’un contadino, e talvolta egli mi carica e pommi la soma della paglia e ménami alla città per venderla: elli è stato talvolta ch’io ne tollevo


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