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54 APOLOGHI E NOVELLETTE

gli dettero cena. Elli cenò di quello che loro gli dettero. Poi fu menato a dormire vestito in sul saccone de la paglia, come loro, sul quale non v’era se non una schiavina, e forse che era pieno di pulci. La notte a mezza notte ellino vanno a bussare a la camera di costui all’ora che agli altri frati: “Su su a mattino, o compagno, su.” Costui si leva e vassene in chiesa con gli altri. El guardiano gli diè un paio di paternostri, dicendoli: “Tu non sai l’ufficio: sta’ qui e dirai de’ paternostri tanto, quanto noi peniamo a dire mattino; e quando noi sediamo noi, e tu siede; e quando noi stiamo ritti, e tu sta’ ritto.” E cosí insegnatoli, e ellino incominciano a dire il mattino: Domine, labia mea aperies. Costui non era uso a stare desto: elli incomincia a chinarsi dal lato d’innanzi. Dice el frate: “Sta’ su, fratello, sta’ su; non dormire.” Elli si desta isbalordito, e ritorna a dire e’ paternostri. Sta un poco, e elli piega all’adietro; e’ paternostri li caggiono di mano. Dice il frate: “Sta’ su di buon’ora: di’ de’ patarnostri; vedi che ti so’ caduti in terra! Cògliali.” In somma, elli non fu fornito di dire mattino, essendo costui destato molte volte, che elli disse: “Oh, fate voi cosí ogni notte?” Egli rispose: “Questo continuamente ci conviene fare ogni notte.” El contadino disse: “Alle vangnele, io non ne vo’ piú già io!” E saziossi in una notte di tanto bel tempo, quanto noi aviamo; e rizzosi su, e disse: “Apritemi, ch’io me ne voglio andare.”