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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari I.djvu/106

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70 predica terza


Eloquia Domini declaratio sermonum tuorum. — La dichiarazione delle tue parole; — non dice la dichiarazione di Platone, nè di Aristotile,1 nè di molti altri filosofi, che non la biasimo, no; però non la voglio lodare come quest’altra si dee lodare lei. Imperò che come una medesima aqua si può condùciare per uno canale di pietra lavorato e pulito, e un altro la può condùciare per una forma di terra, che sarà uno loto al pari di quella; così dico, è altra dottrina quella che parla della salute dell’anima, che non è quella che parla della salute del corpo. L’uno parla de’ naturali; l’altro delli spirituali beni; e qui vedi quanto è meglio eloquia Domini, che niuno altro parlare.

Sicondo dice eloquia casta. Doh, vuoi udire una bella parola? Mai non trovarai niuno buono, che sia dato a rabbia di lussuria. Per quale cagione dispiace tanto a Dio questo vizio? Sai perchè? Perchè lassa ogni buono pensiero di Dio, e attacasi a contentare il corpo e la sensualità. Volta mano: mai non troverai niuno che sia gattivo, se elli s’astiene da lussuria. La cagione si è che elli s’astiene per l’amore di Dio, e non si cura de’ diletti sensuali. E qui eloquia casta a l’effetto.

Terzo, argentum, suavità. Hai l’argento?, Or pruovalo: se elli è buono, tu ’l provarai col suono. O, o, simile è la parola di Dio: non è niuno suono più dolce che la parola di Dio. Dicano i populi a loro modo, che mai non troveranno più dolce parola che il parlare di Dio. Ma perchè il cercare è uno pèrdare di tempo, il quale tempo mai non ritorna, vi do per consiglio che voi non cerchiate miglior pane, che di grano non esce. Niuna cosa non è che in su la Scrittura santa non sia, o vuoi

  1. Il Cod. Pal. in luogo di Aristotile ha Galieno.