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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari I.djvu/116

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80 predica terza

chè ogni volta che l’udiva, stava come stupefatta; tanto s’infiammava, che di nulla altro si ricordava. Simile quando andaro e’ giuderi per pigliare Giesù, quando el trovaro predicare, ellino si posero a udire, e stavano stupefatti; e poi che l’ebbero udito, tornaro a’ sacerdoti. Essendo adomandati perchè non l’avevano menato preso, risposero e dissero: — O perchè volevate voi che noi il pigliassimo? Elli dice sì dolci e buone parole; elli diceva sì dolcemente, che noi non udimo mai migliori parlari che i suoi.1 — Imperò che chi si diletta di udire la parola di Dio, nulla è più dilettevole cosa: e però nello Ecclesiastico a 40 capitolo: Tibiae et psalterium suavem faciunt melodiam, et super utraque lingua sua via. — Suffili2 e piffari e ’l salterio sònno suave cosa a udire, e fanno dolci melodie; ma sopra a tutte le dolceze che si possono udire, si è la lingua quando parla delle cose di Dio. — E questo hai veduto al terzo caldo.3

Quarto caldo è infiammante. Sai quale è? È quando tu ti diletti e ti riscaldi di volere udire. Sai che è ancora infiammante? Quando tu odi la predica tutta, che tu ci se’ al principio e alla fine. O io come mi dispero io, quand’altri viene alla predica quando è meza detta! ma per certo del bene si vuol dir bene; chè voi n’avete pur buon costume a Siena, che voi la volete udire tutta dal principio alla fine. Ma domani t’imprometto che tu impararai di buone e utili cose, che io ti dirò di cose che io non ne dissi l’altra volta, e non farò come feci l’altra volta. Io feci l’altra volta come voi fate nel vostro contado talvolta, sai: come voi fate nel paese di

  1. Il Cod. Pal. così legge: noi non udimo mai migliori parole., che i suoi parlari.
  2. Il Cod. Pal., sufili, sempre in luogo di, zufoli.
  3. Essere, cioè, il terzo caldo. Manca quest’ultimo periodo al Cod. Sen. 4.