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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari I.djvu/142

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106 predica quarta

e volere fare quello che si predica. E così hai le prime quattro. Tòlle l’altre quatro.

La prima è mansuetudine; che quando tu odi che la riprensione toca a te, fa’ che tu la riceva con quella carità che t’è detta a utile dell’anima tua; imperò che se tu se’ male vissuto, e hai fatti i frutti tuoi acerbi nella vita tua, fa’ i frutti a Dio1 tutti dolci e suavi, come fa colui che inesta il pero selvatico, e inestavi su il pero ciampolino, che non mutando pedone, fa il frutto suo perfetto e buono solo per la ricisa dell’inesto, che si fascia, sai, chè non v’entri nulla nè d’acqua nè di freddo. Così fa’ tu: fa’ che non v’entri nell’anima tua niuna cosa che ti facci tornare indietro la buona vita.

La siconda prudenzia si è delettazione d’udire quello che si dice in predica. Non odi tu che nelle prediche t’ho detto che tu viva come debbono vivare le persone, e non come le bestie? Se tu se’ cristiano, elli2 t’insegna el modo che tu hai a tenere; se se’ in istato di matrimonio, elli t’insegna; se se’ continente, elli t’insegna; se se’ servo, elli t’insegna; in ogni modo che tu se’ elli t’insegna a vivare; che dovaresti andare cor una allegrezza a udire, cor una festa maggiore, che a niuna altra cosa, e ogni altra cosa lassare per far questa. Doh, vuoi tu cognósciare come tu se’ in carità di Dio? Or guarda se, poi che tu hai udito, tu ti rallegri di quello che tu hai udito; chè tu dovaresti rallegrare quanto si può dire, considerando la virtù essere cagione dell’utile dell’anima tua. Se tu consideri il grado tuo, tu puoi

  1. Il Cod. Pal. legge così: /a’ che tu ricida la vita tua, e fa’ i frutti a Dio., ec.
  2. Intendi, il predicatore.