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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari I.djvu/15

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intraduzione vii


Siena.1 Bensì egli rifiutò quella dignità, volendo perseverare nell’ufficio delle predicazioni, e parlar d’ogni cosa, com’egli stesso ci racconta, e arditamente, e non con metà della bocca serrata.2

L’ascetismo dunque di frate Bernardino unisce in soavissimo accordo il cielo con la terra, nè mai separa l’ossequio alla Fede e la venerazione alla Chiesa da un affetto vivo ed operoso per la patria terrena, dove con la concordia, con la virtù, con l’amore voleva instaurato il regno benefico della pace. Io non so se m’inganno, o se ad altrui parrà ardito il ravvicinamento; ma chi nello studio della storia cerca la verità, non l’apologia o la condanna di passioni e sentimenti dei propri tempi, credo che non durerà fatica a conoscere che uguali furono i concetti supremi, che al cadere di quel secolo nutrirono l’eloquenza, e maturarono i consigli e le opere di un altro celebre frate, ma domenicano. Quanto a me, nella vita e nelle azioni di quelle due anime grandi trovo armonia. L’uno intende con febbrile zelo a remuovere le cause di una incipiente decadenza, la quale accasciando i popoli nelle mollezze, gli rendeva proni all’ozio della servitù. L’altro oppone la

  1. «O, elli è stato dette cose della dotrina ch’io v’ho insegnata e amaestratovi in predicazioni!.... cose m’è state aposte, che sallo Iddio mai non le dissi.» (Predica settima, pag. 188). E quanto al soggiorno in Roma vedi alla predica quarta, pag. 98; e per la rinunzia del Vescovado di Siena vedasi la predica quinta a pag. 121, e più ancora la predica diciottesima.
  2. «Se io ci fussi venuto come voi volevate ch’io ci venisse, cioè per vostro vescovo, elli mi sarebbe serrata la metà della boca ec.» (Predica diciottesima).