Vai al contenuto

Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari I.djvu/216

Da Wikisource.
180 predica settima

que, non palesare mai il peccato senza l’ordine o senza il bisogno. Doh! Guardatevene, figliuoli e figliuole mie; deh! guardatevi bene bene bene; imperò che la correzione si fa per fare emendare colui che fa il peccato, e non si fa per scandelizzare e’ buoni e’ gattivi. E però ogni volta che tu palesi la cosa che è meglio ch’ella sia celata, tu pechi; e se pure la publichi, si vuol tenere altro modo.

Questo tale che palesa la magagna occulta, è simile allo scarafaggio. Lo scarafaggio ha questa natura, che non è prima lo sterco in terra, ch’io non so che messaggieri elli ha, che di subito elli el sa; e come elli el sa, subito v’è su, e in un uno punto elli ha fatta una pallottola di feccia, e con essa si diletta. Simile, dico, fa il detrattore. Elli si diletta e fa la pallottola di feccia; che mai non si diletta, se non di udire e di rapportare disonestà e vergogna. Vedi tu come fa lo scarafaggio? Lo scarafaggio non usa mai altra mercanzia che di feccia: elli fa la sua balla, e ponsi col capo basso e colle gambe in alto e all’adrieto con essa, e tanto camina in questo modo a l’adrieto, ch’elli si conduce alla fossa, e cade lui e la balla della feccia in quela fossa, e poi se la mangia. Così dico che fa il detrattore: elli si diletta in questa mercanzia putridosa e fetente; e similmente fa come lo scarafaggio, che fa la pallotta, e va a l’adietro, ed infine cade nella fossa lui e la feccia. E questo è perchè elli non sa fare niuno altro esercizio, nè mai usa altra mercanzia. O fanciulli, quando voi udite uno che dica male d’un altro, chiamatelo scarafaggio. E a te el quale hai usato per lo passato di detrarre e dire male d’altrui, nol far più: considera che tutti siamo a imagine e similitudine di Dio. Anco debbi considerare, quod Deus non fecit te ut oculos declinares in terram: —