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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari I.djvu/252

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morte: il signoreggiatore di questi è la lingua continuamente col suo parlare. — E perchè questo considerò Davit che così era, disse queste parole ch’io v’ho proposte inverso Idio: Dixi; custodiam vias meas, ut non delinquam in lingua mea: — Io dissi nel cuor mio: io guarderò le mie vie, acciò che io non manchi nella mia lingua per lo mio parlare.— Unde di questo sacro parlare faremo tre considerazioni, di questa lingua1:

Primo: sarà considerazione, dove dice: Dixi.

Siconda sarà circumspezione2, dove dice: custodiam vias meas.

Terza, conservazione, dove dice: ut non delinquam in lingua mea.

Queste so’ tre cose le quali bisognano avere per provedere a ciascuno; come se noi dicessimo tre lumi. Vediamo il primo.

Primo, dico, è considerazione: Dixi; dove noi voliamo vedere sette considerazioni:

Prima. A chi è stata data la lingua: Locuzione.

Siconda. Quante lingue so’ date: Numerazione.

Terza. Dove è fondata la lingua: Fondazione.

Quarta. Perchè è data la lingua: Occasione.

Quinta. Come è formata3 la lingua: Formazione.

Sesta. Dove è locata la lingua: Locazione.

Settima. Come è armata la lingua: Custodizione.

Prima è da vedere a chi è data la lingua loquace: locuzione. A l’uomo solamente è data, e dee essere con

    hanno gli altri Codd., legge per errore, damnatio. Bensì la Vulgata, et dominatrix illorum est assidua lingua.

  1. Il Cod. Pal., cioè di questa lingua.
  2. Il Cod. Pal., considerazione; e così subito dopo invece di, conservazione.
  3. Ma il nostro Testo erratamente, fondata.