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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari II.djvu/153

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tervenne per non usare l’ordine. Uno essendo infermato, elli aveva la sua donna giovana; elli era aitato bene da’medici di ciò che potevano, di tutte quelle cose che- bisognava a levar via la infermità- e essendoli i-egolata la vita, elli cominciò a migliorare. Et essendo così solleva- to, elli fu chiamata questa sua donna da canto, e detole: — fate che voi non li stiate da presso, imperò che essendo voi giovani, elli portarebbe pericolo di ricadere, e forse di morire. —Infine non sapendosi regolare nè mantenere, elli venne a ricadere: la infermità li gravò per modo, che elli se ne morì. Sai che ti dico? Che con tutto che costei avesse auto la buona intenzione col suo marito, proprio ella peccò mortalmente, perocché si debba pensare a quello che non sia pericolo. Vuoisi aspettare il tempo ragione- vole e atto. Ma io ti domando: chi fu cagione delia morte di costui? — Pur lei. — Adunque, se tu V hai meno, tuo danno. Sicondo, considera alla condizione mentale; che sarà tale che àrà di quel di Dio; talvolta sarà uno perfetto, e r altro sarà così non tanto; ma se fossero tutti e due buoni e onesti, oh, come va bene la cosa! Doh! io ti voglio dire di due buoni. E’ fu nella città di Verona, poco poco tempo è, elli fu uno bollissimo giovano e sa- vio e dritto, e per certo bene aveva di quel di Dio, el quale prese donna, e non fu di quelli sfrenati; nè anco lei non fu figliuola di madre che fusse ruffiana della figliuola; el quale giovano quando fu per menare a casa questa donna, la mattina lui si comunicò e anco fece ’ comunicare lei, e menatasela in casa, fatta la festa e le nozze, la sera andatisene in camera, il marito disse alla sua donna: — donna mia, elli è stato piacere di Dio che ’ Il Cocl,-Pal.^ e così fece etneo ec. PRED. VOLG. DI S. BERNARDINO 10