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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari II.djvu/403

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stretto il fasciò; e così era involto quello corpicino di lesti benedetto. Ouh, a considerare la reina dell’universo, e Iddio figliuolo di Dio in tanta povertà quanta si ve- deva, e in tanta miseria! E così vinse il mondo co la povertà. Doh! E’ mi pare a vedervi che voi aviate stamane la buona mattina, e io con voi insieme: a dispetto del mai del fianco e de la renella, io mi sento molto bene ga* gliardo. Anco vinse il dimonio e la superbia sua co la umilità. Noi leggiamo che il dimonio cadde di cielo solo per la superbia, e Maria co la umilità venne a salire in gloria. Per la umililà Maria venne a salire in tanta altezza, e Lucifero per la superbia sua venne a cadere in tanta profundità. Ode Isaia al xiiij cap.; Quomodo cecidisti de caelo Lucifer, qui mane oriebaris? Corruisti in terram qui vulnerabas gentes? Qui dicebas in corde tuo: in caelum con- scendam^ super astra Dei exaltabo solium meum: — Coni^ cadesti tu, Lucifaro, dal cielo, il quale ti levavi la mat- tina? Cascasti in terra, che ferivi le genti, e dicevi: io salirò in cielo; sopra alle stelle di Dio porrò la sedia- mia. — Come tu per la superbia cadesti giù di tanta altezza, così Maria salirà in su per la umilità sua. <3ome tu Lucifaro per la superbia tua se’ dannato a pena eter- na, Maria per la umilità è glorificata in gloria da Dio e da tutta la corte celestiale. Sai quando ella salì in gloria? Quando ella disse quella parola a l’Angiolo, voltando il cuor suo a Dio, dicendo: Ecce anelila Domini, fiat mihi secundum verbum tuum’. Inverso Iddio disse: — Ecco Tancilla del Signore, — e volta a l’Angiolo, disse: — Sia a me sicondo la tua parola. — Non volse mai con- • Vangelo di san Luca, cap. primo, vers. 38.