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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/263

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0 tu che dici l’Ufizio de la Donna, dice: — del ven- tre hanno errato. — Loculi sunt falsa: — Hanno parlato il falso. — Furor illis secundum smilitudlnem serpentum: — E1 furore loro è a modo che similitudine di serpenti: — sicut apidis surdae: — Come V aspide sordo, che si tura Forechie sue, — quae non esaiidiet vocem incantantium: — che non esaudirà le voci dello incantatore; — et venefici incantantis sapienter: — E’ veleni delli incantatori, — cioè del tintore che incanta. Ne le quali parole, se bene ci guardi dentro, ci vedi sette condizioni riprovate da Dio ne le maladette menti di questi sodomitti. E sta questa altarità così bene in costoro, come sta la gemma nelFa- nello, ed è tutta tutta a nostro proposito. Or notale. La prima, che so^ in insania o vuoi in rabbia: Alie~ nati sunt peccatores a vulva. La siconda, so’in corruttela; erraverunt ah utero. La terza, in falsità: ìocuti sunt falsa. La quarta, soh’n furia. Furor illis secundum similitudinem serpentis. La quinta è dureza: sicut aspidis surdae. La sesta è superbia: obturantis aures suas, quae non exaudiet vocem incantantium,. La settima è impenitenzia: et venefici incantantis sa- pienter. Or starai a udire stamane nuove canzoni * de’ mala- detti nemici di Dio. 0 benedetti figliuoli picoletti che ve n’andaste per la morìa, che almeno non fuste voi con- taminati di tal pecato Voi state dinanzi a Dio, e can- tate quello canto con lui insieme, che noi può cantare se non solo i vergini. Che considerando io come Siena ^ Il solo Cod. Fai., nuove cagioni. ^ Allude alhx pestilenza che desolò la città nell’ anno 1400, ricordata •^al S.into anche in seguito.