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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/275

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Non vi rimase cose, non arbori, non pietre, non erbe, jche non sentisse la punizione di Dio. Elli arse insino ai fanciullini puri, che non v’ erano cascati elli v’ arsero le donne, perchè se ne stavano quete, che àrebero potuto^ aoperare qualche parola: non volsero, e però furono pu- nite. Così de’ piccolini, per maggiore punizione e pena de’ padri e de le madri. 0 cittadini, o cittadini, crede- temi; che se voi vedeste gii altri luoghi quanto lo’ di- jspiace questo peccato, e vedeste voi medesimi, e sape- iste quanto dispiace a Dio, e intendeste la punizione che jse n’aspetta; voi cognosciareste più che voi non cogno- jsciate. Odi bel vanto che ha il Taliano, perchè elli è co- |gnosciuto involto in questo peccato; chè è luogo nel pondo che non vi può abitare solo per questo. I Quarta condizione di questi maladettida Dio si è questa: Furor illis secundum similitudinem serpenlis: — El Furore loro, cioè il cuore loro, è come di serpenti vele- aosi. — Dove noi potiamo intèndare per tre intelletti, cioè tre veleni: Primo, crudeltà di quelli che so’ nati. Sicondo, vacuità di quelli che non so’ nati. Terzo è cagione di dannazione, i Primo dico che è furia: Furor illis secundum similitudi- ’ nem serpenlis: furia. Chè non ci hai menati stamane i ? tuoi figliuoli 2 E non gli hai allevati nè fatti allevare con quelli costumi che dovaresti? Simile di colui che- I àrebbe ingenerati molti figliuoli, e per malizia non ha \ voluto. 0 pòvaretto, quanto stai male! Tu n’ arai anco a

rendere ragione a Dio. Idio gli dirà nel dì del giudizio:

ì vien qua, maladetto, che potresti avere ingenerati co-

tanti figliuoli o co la tua donna o con altra femina, e-

1 Mondi ancorn, cioè, del maladetto vizio.