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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/315

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Jequatore de la roba del pòvaro, che Idio non tei ricordi nel dì che tu capiterai a la sua punizione? Sappi che le sue Jeggi non so’ leggi umane, che spesso ^ si rompono. Le sue so’ leggi divine, che in eterno non veranno meno. ^Quante leggi fate voi adesso al pòvaro! Più n’ ha peccato ^colui che non le può fare e falle, che chi le può fare e falle; e vòvi ricordare che se io vi lassai fare V altra volta le leggi, e voi le faceste, e facestele buone, vi .conforto che voi 1’ osserviate; e se P avete fatte gattive, non 1’ osservate. Ma io ho inteso che le buone voi 1’ os- servate, e assai poco begole, poco begole fate ^ Or di- ciamo che basti a questo primo, de’ bisognosi. Aitali, e uogita el bene e none el male^ el vero e none el falso, I quello che tu vedi, e non quello che potrebbe essere. I Ogni volta che tu puoi fare bene, va’ e fallo, j E’ sicondi che hanno de la lobba, e hannone a saffi- cienzia, non v^ è troppa abondanza, ma hannone tanta, ^he lo’ basta, costoro so’ meno ohligati che i primi: co- storo so’ obligati a due generazioni, cioè a chi ha neces- -sità e a chi è in istrernità. Non aitando il primo, non I peca mortalmente,* ma al sicondo, talvolta mortalmente, e talvolta no. Ma a’ terzi, cioè chi è in istrernità, sempre sì peca mortalmente. E’ terzi so’ Qoloro che hanno de la robba a necessità. I Pare che costoro non sieno tenuti a darne, che se so^ \in istrernità, dicono potere serbarselo per loro, e così è j vero; ma se vedi magiore stremità nel prossimo, che in te, tu ne se’ tenuto: questo rimane ne la conscenzia tua; chè potendo tu un poco aspettare, ® tu debbi sove- 1 Negli altri Codd., s2:)esso sj)esso. 2 Cioè, poche sciocchezze, o poche chiacchiere fate. ® Nel solo Cod. Fai. seguono le parole; e vedi il prossiìno iuo che non può aspettare, tu debbi ec.