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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/410

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che V uno pégne l’aUro così facevano costoro in cielol chè r uno pegneva V altro con quanta forza e’ potevanoli Prima, co la intelligenzia loro: sicondo, co la volontà|i e terzo, co la facilità. Col volere, col sapere e col potef re: ognuno ci si metteva con ciò che poteva: chi colj r umilità, e chi co la superbia. Ma Y umilila vense h|i superbia, però che Lucifaro che aveva la volontà sua al^ ben propio, fu atterrato. E coloro che erano umili il volontarosi alla volontà di Dio, rimasero vincenti; perii che doveva seguitare grandissimo frutto per la umilUil che ebero. Per la qual cosa si levò ^ su Micael umilisi simo, el quale è interpretato similis Deo, e disse ad alb^ voci: — Chi è quello el quale sia tanto ardito, che sji voglia assimigliare allo altissimo Idio? Chi è quello chj sia tanto perfetto, che si possa adsimigliare a lui? ~| El non valuerunt^ ncque locus invenfus est eorum amplius fi caelo. Di subito cadde il Lucifaro con tutti i suoi eh tenevano con lui, però che non vi fu luogo in cielo eh ’l potesse sostenere; e così profondato, fu maladetto di Dio ne le pene eterne, in colpa e in pena con tutta Y sua compagnia. E Y altra parte che rimase in cielo nf la volontà di Dio, rimase in benedizione.et in glori eterna. E qui hai veduto la battaglia che si fece in cìeh Vediamo ora la confirmazione di ciascuno; ma prim dei buoni. Dice Giovanni, che poi che e’ fu fatta la ba» taglia, seguitò che i buoni furono confermati in grazia; e i gattivi furono cacciati in maladizione di Dio. E ind I 1 CostumaTa in Siena, come esercizio ginnastico per la gioventù, giuoco delle pugna, continuato Ano a tempo non molto lontano da noi. Fé gnerey saneslsmo, che vale Spingere. 2 Gli altri Codd., di subito si levò.