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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/498

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PREDICA QUADRAGESIMA QUINTA j 490 travet in glorìam suam ^ fu di bisogno che Cristo patisse per pazienzia le pene e gli obrobri, che fu la scala per salire a vita eterna. E però non ti rompare el capo, non ti far peggio tu, a te medesimo, che ti facci colui che ti vuole male. Se colui che ti vuole male t’ infama, egli ti fa male al corpo. E se tu e:li porti odio, tu ti fai male; all’anima. Colui uccide el suo fratello quando dice male; di te, e tu uccidi te medesimo chè uccidi l’anima tua. Kami tu anco inteso? Io dico che se tu non hai pa’zìjenzia; ogni cosa si perde e non ti vale bene che tu faccia. Or vediamo come la colpa si converte in utilità.; Ecci ninna che sia cascata mai in ninna fornica- zione? Non sia però ninna che me ’l dica, non siate si; paze, vedete V utile che ne seguirà. Dogliaii del Comes- so e fa’ penitenzia e amendati per lo avenire; e cosi;^ hai veduto de la aversità e prosperità come, per male 1 usarle, altri ne viene in colpa.

Quatro beni nascono del grande peccatore quando torna a Dio, ravedendosi de la sua colpa. J Prima, prudenzia.

Siconda, ubidienzia,

Terzo, compassione.

Quarto, fervente dilezione. El primo bene che nasce di colui el quale è stato pecatore o in prosperità o in aversità, nelFessere odia- to, o contrariato, o dispregiato, o tribolato in tutti ei quatro, se tu ci hai peccato. 0 donne, questa vuole es- sere una ramaiuolata d’amore fa’che ella aquista mag- giore prudenzia, quando elli ritorna a Dio. Come fa l’asino quando è caduto una volta nel luogo, egli mira’ 1 Vangelo di S. Ducacap. Y, vers. 26 il testo dice.- oportiUt pati Cri stum et ita intrare in gloriam snam.