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124 LA TESTA DELLA VIPERA

— Sì, te lo prometto.

— Sicuro? sicuro?

— Eh diamine! Sai pure che mantengo sempre le mie promesse.

— Ci conto... Mi preme troppo il suo benessere.

— Caro Emilio!... Sta tranquillo; fra mezz’ora avrò bevuto tutto.

Il giovane, accomodato bene le coperte intorno al giacente, e datogli la buona notte, andò a raggiungere Matilde nel salottino.

— Vuoi tu vegliare ancora un poco? le chiese.

— No, ella rispose, sono stanca; vado subito a letto.

E suonò il campanello.

— E allora, soggiunse Emilio, non mi resta che augurarti la buona notte e andarmene... Tu andrai certo ancora a dare un bacio a tuo padre.

— Sì.

— Ebbene, non dimenticare di fargli bere la pozione che gli ho preparata... È indispensabile.

— Va bene.

Battista comparve sulla porta.

— Mandate Margherita a dormire, gli disse la padrona, dite a Lisa che venga da me e chiudete tutto.

— La cuoca, rispose il domestico, si è già ritirata lassù nella sua soffitta, e a quest’ora dorme che non la sveglierebbero i cannoni. Lisa verrà subito, e io chiudo ben bene, appena uscito il signore.