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LA TESTA DELLA VIPERA | 131 |
— Ma è necessario.
— Perchè? Che cosa hai dunque da fare? Dove vai?
— Qui dal signor Lograve.
— A far che cosa?
— Un certo interesse che ho con lui... A te non importa il saperlo.
— E io ti dico che non rimarrò qui ad aspettarti, che o ti accompagno, o non ci andrai neppur tu.
— Brava! E allora tutto il nostro disegno va in aria.
— Come?
— Gli è lui che ci deve dare i denari.
— Il signor Lograve?
— Sì.
— E perchè ce li dà?
— Perchè... perchè... questo non ti deve importare.
— Sì che m’importa. Da bravo, non farmi dei misteri... Possiamo già considerarci come marito e moglie... e non ci devono essere segreti tra di noi.
— Questo segreto, mia cara, non è mio, e non posso disporne... Ma mentre noi stiamo qui a discorrere, il tempo passa, ed è tanto di perduto. Suvvia, coraggio, Lisa, non farmi la femminetta; un minuto solo e ti raggiungo.
— No, no, insistette Lisa stringendo più forte il braccio di lui: non istò qui, neppure per tutti i tesori del mondo... Lasciami accompagnarti.