Pagina:Bertini - Guida della Val di Bisenzio, Prato, Salvi, 1892.djvu/146

Da Wikisource.

— 122 —


quella che viene da Gavigno; verso sud-est un sentiero scende un po’ e risale poi, costeggiando le Freddete e passa di là, in mezzo ai cesti di faggio, e va a Luicciana; ore 2,45; verso nord sale faticoso e scabro il sentiero che va al M. delle Scalette non abbandonando mai la crina dello Spartiacque.

Si gira il M. Roncomannaio sin quasi presso la cima (1050 m.) e poi tenendosi sempre sul versante del Bisenzio si va piano sino alla base del M. delle Scalette.

Dal lato di levante, lì sotto, si vede un’estesa spianata, il Pian di Simone; luogo singolare chiuso tutto all’intorno dai monti in gran parte brutti e franosi.

Il sentiero, sale quasi alla cima delle Scalette, con giravolte corte e vicine che sembrano tanti scalini, dopo va piano sino al vicino M. Mandrioli, pochi metri distante. Son queste le vette dei Monti Calvi.

Al M, delle Scalette si sale comodamente dal lato settentrione1. Vi si gode immensa, stupenda veduta all’intorno. Come è bello il vallone della Limentra con le sue scure boscaglie e le folte selve di castagno! Il paese che si vede là di contro a mezza costa, in quell’insenatura, è Treppio, vecchio ed antico castello, che insieme con Torri, che si scorge più in alto a sud e con Fossato che riman sotto sulla destra della Limentra pervennero alla Santa Sede come lascito della Contessa Matilde, lascito che, al pari di tanti altri, fra altre genti, fu cagione di guerre e di litigi fra pistoiesi e bolognesi.


  1. Dal Tabernacolo alla cima del M. delle Scalette 50 min.