Pagina:Bertini - Guida della Val di Bisenzio, Prato, Salvi, 1892.djvu/190

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ed anche Cerbaria, coonestando tale atto prepotente col sic volo, sic jubeo del superbo romano. Forti della pergamena imperiale e di gualdane d’armati, i Conti Rabbiosi si gettarono sul vicino castello, che loro era sembrato bello e forte arnese da guerra da fronteggiare fiorentini e pistoiesi. Una masnada di cinquanta scherani lo assediò, gli dette l’assalto e l’occupò, cacciando il tirannello straniero. Ciò succedeva il 20 gennaio 1165.

«Dieci anni dopo Cerbaia accolse Ezzelino da Romano, detto il Monaco, che si sposava ad Adelaide degli Alberti, la più avvenente delle donne d’allora e dotta nel trivio e quadrivio — enciclopedia medioevale — e nell’astrologia giudiziaria. Sposa infelice! Previde la sorte de’ suoi ferocissimi figli, e nel castello feudale di Bassano non fu mai vista ridere un momento.

«I Conti Alberti, come aquile rapaci, spiccarono il volo da Cerbaia per dar di becco nella preda fiorentina e bolognese. Essi furono la sintesi delle infamie feudali, furono il tipo del dispotismo dei signorotti toscani. Anche l’ira del Ghibellino fuggiasco s’allegrò col porre nel ghiaccio Alessandro e Napoleone Conti di Vernio e Cerbaia. È una orribile leggenda quella dei Conti Alessandro e Napoleone. Le vecchie nonne la rammentano ai fanciulli riottosi per domarne i capricci: il novelliere della montagna di Vernio, aduna intorno a sè un crocchio di terrazzani, quando racconta la feroce leggenda.

«Ed aveva ragione l’Alighieri nel segnare col fuoco rovente della sua poesia la fronte di quei Conti leggendari. Ce lo spiega una lontana tradizione della Valle del Bisenzio e ce lo confermano alcune parole