novelle gratie, e non cessava di benedire la Divina sua
providenza; di cui con nova profusione di lacrime, dopò, il
successo raccontò al suo Confessore.
Correva gia l’ottavo lustro, che quel devoto Eremo era
da esso habitato, piacque alla Divina pietà con una infirmità
di pochi giorni a se chiamarlo, munitosi de Santissimi Sacramenti
con faccia ridente rese lo spirita al suo Creatore
in giorno di Giovedì à 29. Marzo 1640. nell’età sua d' ottant'anni
in circa.
Il transito del Servo di Dio divulgatosi fece il concorso
popolare, tutti à gara, e dolenti corsero à vedere quello,
al quale nelle loro necessità ricorrevano per esser suffragati
con le sue orationi; mà molto maggiore fù il giorno del
suo Obito, che seguì il Sabbato seguente, che fù delle Palme,
che sembrava una continuata processione; da chi con
voci flebili era chiamato Beato, et da altri Santo; et era così
avvanzato il concorso, che per dar principio a gl’Ecclesiastici
officij, fù dimistiere far ritirar la moltitudine; mà quando
videro levar il corpo, tutti à gara lacrimanti al Cataletto
corsero à baciarlo, et principiarono ad’involargli la Corona,
altri il cordone Franciscano, et à tagliargli l’habito;
che quando l’authorità de maggiori non si fosse fraposta,
nella tomba sarebbe ito tale quale uscì dal ventre materno.
Occorse alcuni giorni dopò d’ordine publico con l’assistenza
del Reverendo Parocho, et d’altre persone devote, che
dall’Avello fù il suo Corpo levato, acciò da eccellente Pittore
al naturale fosse effiggiato, fù ritrovato non già fetente,
come il Quatriduano Lazaro; mà sì di grato odore, e come
di persona vivente; haveva le carni domabili, fresche,
et rendibili, che rese à Circonstanti gran meraviglia, et postolo
à sedere sopra d'una Cassa, che in Chiesa ritrovavasi,
affine il Pittore meglio operasse, fù osservato, la bocca, e
l'occhio destro aprirsi, et l’orecchia rubiconda divenire, et