Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 1, 1799.djvu/22

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22 Prefazione

gere le verità benefiche nell’anima altrui, Ivi sente la voce sublime, la maestà, l’eccellenza della virtù, e allor l’esprime scrivendo, la colorisce, ne crea l’imagine più sublime senza sforzo. E che farebbe nel fumo, e nello strepito delle città, ne’ circoli, nella schiavitù dei grandi, delle corti, delle anticamere, delle mode, dei gusti, delle menzogne del suo secolo? Tale appunto parmi l’uomo di lettere nella sua stanza, tra suoi libri, co’ suoi pensieri e colla sua fantasia creando sovranamente il suo mondo, il suo teatro, le sue delizie, levato sopra il volgare, lontan dalle nostre miserie, ove non lo raggiugne nebbia di senso, furor di passione, importunità d’affari, e dove gusta libero veramente, e signor di se il bello il vero il religioso sentimento dell’onestà, della virtù, e dell’originaria sua felicità.

Che se questo mai fosse un bel sogno non può certo negarsi, che una sì amabile occupazione dell’anima non sia di gran conforto per tutte le condizioni assediate continuo da private, e da publiche calamità. Miseri noi se fossimo stretti di contemplar fisamente le