Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 1, 1799.djvu/65

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DEli’ ATJTOREi le, il gusto hm regole certe , e fisse, coinè P ebbero greci, e latini, e ogni gente nelP opere massimamente d'eloquenza. Intorno a die merita osservazione un’ inganno comune, che per pigrizia, o per ignoranza ha preso piede tra noi , cioè quel dì credere indifferente il mescolamento de5 linguaggi , se pur non giungesi a prenderlo ad ornamento, e a vezzo, o a riputarlo una ricchezza aggiunta alla patria„ Ne già condanno io qualunque frase straniera , e molto meri le francesi addottale dagP italiani, mancando noi a dir vero di molti termini in molte arti , e professioni più coltivate con gloria tra loro da cent’anni in quà , e sapendo bene qual sia la stretta affinità delle due lingue sino ab antico, quando Dante, i Villani , e Passivanti coi lor coetanei tanto infusero nei loro stile di que’ modi , e parole , che parevano una lingua sola con sol differente pronunzia , ed accento la nostra, e la francese; se pur non vogliasi, che i francesi fossero gP imitatori, e noi la prima sorgente . Checchen- nessia certo è , che non mai furono più giustamente chiamate sorelle , siccome nate ad Tomo ì. E *n