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sopra le Lett. e l’Arti Mod. |
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una marmorea torre quinci a non molto insino a tutto il quadrato maestosamente accompagnarlo. O Lanfranco de’ Romengardi,1 nome certo itallano, e forse ancor modenese, o padre dell’arti qui del disegno, oh se l’ombra onorata vien talora aggirandosi qui d’intorno, come gioir dev’ella al mirar tutte Parti di mano, e d’ingegno2 nate per te fiorir poi sempre più belle, e più gloriose per sette secoli susseguenti nella tua patria!3 E poich’egli è pur vero esser prime tra gli uomini quelle, che a’ sensi appartengono, e son guidate dalla necessiti d’abitare, e di render più comode le abitazioni, e le seconde discenderne quelle dell’intelletto più proprie, ed al diletto dell’anima più confacenti, tu padre dell’architettura, scoltura, e pittura, tu il sei non men della poesia, dell’eloquenza, e di tutte le lettere modenesi! Con qual sacro stupore, e riverenza miro io
- ↑ Iscrizione di Lanfranco Vedr. Tom. II. 66., e di Viligelmo scultore.
- ↑ La torre poco dopo il tempio, come affermano i tre suddetti, e delle stesse lapide.
- ↑ Vedi al fine Nota II.