Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 12, 1800.djvu/148

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144 Lettere

felicità, una sorgente di tanti beni, quanti mali ne nacquero per l’abuso fattone insino ad ora. Perchè più efficaci insegnamenti e più forti esempli non ponno aversi quanto da tai maestri, che cominciano ad impadronirsi del cuore, e giungono in fondo all’anima per la via più sicura, e se è così scritto nel libro grande degli umani destini, che gli uomini debbano sempre essere quali vorran le donne che siano, avrem noi bel fare da padroni, da legislatori, da giudici, da magistrati, da capitani, da dottori e da tiranni; noi sarem sempre sotto i giudici e il comando e il saper delle femmine. Sicchè bisogna sperare o che nascano delle donne capaci di formare se stesse alla virtù, alla generosità, al bene, o educarle in guisa che sentano il pregio della virtù, della generosità, del bene oprare. E allora sarem noi pure uomini virtuosi, cittadini, padri di famiglia, soldati al bisogno, ed eroi senza più disputare a qual metà del genere umano tocchi il comando legittimo, a quale l’ubbidienza, la qual disputa sarà sempre indecisa, sinchè gli uomini contraddiranno a se stessi di qua con le