Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 12, 1800.djvu/226

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222 Lettere


zk. Se non avessi altra cosa imparato da; miei viaggi, almen questa verità m’è stata impressa di preferire ia pace e la tranquillità della vita a tutta la gloria dell’ingegno.

Qui mi citò un testo d’ Orazio. Or tra i miei compatrioti italiani questa tranquillità non può ottenersi se non col viver lontano dalle brighe letterarie, da tutto ciò che può ferire i pregiudizi nazionali, e sopra lutto dal mostrar di sapere un poco più degli altri, e far loro sospettare che siano in qualche errore. Questo è un delitto che tra noi non perdonasi, ralche quando uno ritorna in Italia, dopo aver fatto acquisto di cognizioni con molta spesa, il miglior frutto che dee cavarne si è di tenerle nascoste, perchè trova la nazione già in armi e in sospetto; il che a chi vien da Parigi, da Londra, da Berlino vedete quanto sia pericoloso e difficile insieme. Ma così vuol farsi da chi non mette ( a ) rumores ante sajutem, come quel saggio presso di M. Tullio. E così C<0 Ennio citato da Cicerone nel libro de officiti.