Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 12, 1800.djvu/243

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Inglesi. 239

„vecediesserlescienzevitatedicoloripoetic,si „ vede *PP° la Foesia sparsa di lumi scientifi„ ci, se scienze possono chiamarsi gl’intricali no,, di di vote, e secche, ma spiritose parole, sulle 5J qu.ili per colpa del secolo andò vagando l’ingc.

„ gno de’ nostri poeti... iu modo che ili tutti i „ loro componimenti sempre s’aggirano sullo stes„ so, noii senza oltraggio del vero, e del naturale, „ nè senza qualche tedio di quei che distendono lar„ gamente l’ali della conoscenza, che alla fine a., voler poi porre in giusta bilancia quegl’intrecci, „ o sruppi.di parole luminose che pajono rampolli „ di gran dottrina, poco peso in essi si trova, c „ nulla di reale si stringe e resta negli orecchi un „ non so qual desiderio di cosa piè sensibile, più,, varia, e più viva.

Nota 3. Discorso dell’aiate Conti sopra la poesia italiana. „Egli osservò (il Petrarca ) che Dan„:e trasportò dall’intimo seno della filosofia, e,, e dell’altre scienze molti termini e molte idee, „ che non tanto recavano seco di novità, quantodj,, difficoltà, come diiFil Tasso, nè lauto di mae„ stà, quanto di oscurità e d’orrore, massimamen„ te perchè i concetti erano vestiti delle lor proprie „ voci mescolate da Dante, o fosse elezione o ne,, ccssità delia materia trattata, tra ¡fiori, ond’è „ adorno il suo poema. Il Petrarca scelse i cor„ cetti più puri, candidi, gravi ed arguti, e scei« se le voci più gentili ec.

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