Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 12, 1800.djvu/323

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Inglesi. 319

se fuggirò qualche fallo se avessero ietti £ precetti, ma certamente non avrebbono i precetti tutti insieme fatto lor fare un solo dei bei tratti e sublimi de’ lor poemi. Le regole in poesia e in oratoria servono come i cannocchiali, cioè non servono fuor che a coloro che han buona vista. Se alcuno pub dare utilmente tai regole, egli è P uom di talento felice, e nato a quell’arte che insegna. Ora un tal uomo vuol piuttosto creare che scalpellare, che discutere, che pedanteggiare, vuole ed anzi è rapito a volare, ove l’estro lo chiama e P ardor lo trasporta; e per questo avviene che un buon poeta non fa dei precetti, ma dei versi, e chi fa dei precetti fa dei cattivi versi, come son pronto a provare col fatto, se ne foste curioso. Raffaello e Tiziano, Farinello e Buranello, Moliere e Metastasio, Bossuet e Marco Tullio non han fatto precetti, ma volendo pur tdun d’essi insegnar l’arte loro, quanto si può han lasciati piuttosto esempj che precetti, come si vede nell’oratore, e net chiari oratori di Cicerone, come negli esami di Cornelio, come nella vita di i Le-