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140 | Maraviglia. |
, come quel di Tribullc ( i ), che chiamollo decoro furtivo, e fa il bello più delizioso nelle bell’arti, onde Je grazie furori dai greci divinizzate, ed ebbero colle muse comune il tempio. Cariti le appellarono dalla gioja che spirano; vergini perchè l’intatto pudore più alletta e va al cuore; giovani vivacissime snelle leggere, sempre in festa, e sempre ia danza, perchè tutto languisce senza letizia; tre sole esse furono perchè nè stan ben solitarie, nè per troppo numero tumultuose, infili senza velo, perchè niun difetto hanno a coprire; tutti simboli delia perfezione della bellezza in se stessa, e del bello nelle bell’arti. Quindi Pindaro anch’esso, benchè quasi a loro straniero le invoca, e alla poesia ¿a nome di giardin delie grazie, per nulla dire d’Anacreonte lor favorito.
Qui pur deve applicarsi a proporzione ciò che dicemmo della ^implicita necessaria a! sublime grandioso. Anche il bello per esser sublime deve esser semplice e naturale. Tai so( l ) Componit furtim subscquìturquc decor.