Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 3, 1799.djvu/84

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o Fantasia 61


vinità nel tempo stesso che esercita il primo bisogno, e la primaria tendenza sua ad agire. Chi osasse chiamar ciò illusione, e follia non l’ha ipai provaro. Io P ho sentirò talora in me stesso, benchè in infimo grado, io provai chc allor son maggior di me stesso, che francamente sceneggio co’ miei fantasmi, or gli ordino e distribuisco, or van da se distribuendosi ed ordinandosi, li contemplo intensamente, e impaziente sono a muoverli a risvegliarli dall’ozio e dal sonno) rompo il loro silenzio, ispiro lor vita, fo giocar le passioni, i caratteri, gl’interessi, gi affetti, tutto s’agita e giubila e vive senza ch’io più ricordi me stesso, le mie faccende, e legami ed usi e leggi dell’arte.

Se non credete a me, credetelo a’ gran maestri, che in sommo grado sentirono questa elevazione. Essi studiarono!; natura, che stì in alto sopra l’arte, le convenzioni, le usanze, e gli abusi. Sfuggirono iurte le forme particolari, i costumi locali, le minuzie familiari in ogni genere per alzarsi a trovare l’armonia, l’accordo, l’unità, a far di getto, a crear in grande; ciò fecero Omero, e Dan-