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Note. | 351 |
facoltà, e ad appagare l’intimo suo bisogno della verità, senza cui non v’ ha bello, e per cui sono i classici antichi vmcitori de’ secoli e delle depravazioni.
A convincerli più fortemente del loro disviamento vorrei spesso condurli e trattenerli in quelle sale di marmi o di gessi aperte facilmente in Rom?, in Eologna, in Venezia, ir» Mantova, e alrrove, ove siedono i’ arti antiche in tutta la lor dignità tra le statue de’ gran maestri, tra gli Apollo e gli Antinoi, le Veneri, i Laocoonti, ed altre tali. Quivi lor mosrrerei que’ venerabili simulacri, ed archetipi d’ ogni bello, quelle figure o vestite, od ignude, e sole adorne di capigliature naturalmente inanellate e ondeggianti, quegli atteggiamenti sì al vivo espressi e franchi, quelle fìsonomie risolute, aperte, parlanti, e così pure que’ panneggiamenti ampli, liberi, sinuosi, e seguenti il serpeggiar delle membra e della persona; mente di studio apparente o di sforzo, niente d’ ornato a capriccio, nè crini torti con ferro, nè musculatura a compasso, nè portamento foggiato a danza, od a languore cascan-