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Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 7, 1799.djvu/218

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214 Capo terzo

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ci tu negato. Imperciocchè (eccettuate ie leggi sacre, e civili), avendole noi prese da altri, vennero a noi già pregiudicate dalle dispute cavillose dei greci principalmente riguardo alla teologia, e dalle sofìstiche sottigliezie degli arabi quanto alk filosofìa. Il peggio si fu, che l’una all’altra da que’ popoli erano state congiunte, sicchè il filosofo arditamente pretese entrar ne’ misteri sovrumani, ed il teologo sottomise la religione ad un linguaggio scolastico, e a filosofiche argomentazioni, onde non distinguendosi più i confini, tutto il sapere divenne sacro, e venerabile, perchè su fondamenti divini parve appoggiarsi, è si tenne a profanazione Qualunque novità di pensare (*). E ciò ran-,

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C0 Allor cominciò veramente, e per uli ragioni ad alterarsi lo studio della teologia che a’ tempi, di Carlo Magno, e di poi fondavasi ne’ dogmi della religione riconosciuti nelle sacre carte, o ne’ ss. padri come riconosciuta era ne’ canoni la disciplina C ab. Flcury Tom. XIII.) Pur come vedemmo Via dal tempo di s. Bernardo era un principio di alterazione.

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