Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 7, 1799.djvu/49

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Roma, cioè quel di Cesare, e d’ Augusto 5 di Cicerone, di Livio, di Virgilio, di Varrone, di Vitruvio, i quali sono stati due gloriose epoche nel corso di quattro mille anni al genere umano furono superati dalla gloria del secolo XVI. italiano, cioè quello di Leon X. di Paolo III. dei Medici, degli Estensi, dei Veneti giunti al colmo della loro grandezza, il secolo, dico, de’ Trissini, de’ Sigonj, de’ Panvinj, dei Davila, degli Ariosti, dei Tassi, dei Rafaeli, de’ MichelAngioli, de’ Tiziani, de’ Correggi, de' Palladi, e di cent’ altri, dopo i quali non potendo piti "alto salire si son distese per tutto le arti liberali, e non solo tra noi, ma iti tutta l’ Europa per noi sonosi fatte famigliari. Chi avrebbe prognosticato dal tempo de’ galli, o de’ goti, che P architettura, la scoltura, e la pittura sarebbono a tanto venute, che si vedessero 1’ intere città, come Firenze, Venezia, Vicenza, ed altre per gusto eccellente, per marmi, e lavori quasi come teatro ridotte, oppur come fu Mantova per festeggiare le nozze del suo principe da’ migliori pennelli dipinta a guisa