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58 Cap. I. stato d'Italia

cilmente comprendasi quale spoglio fu quello, dipartendo un sì gran monarca, e una corte tanto magnifica, ch’eran centro del mondo. Noi vediam tutto giorno nascer presto una città, ove un re mette nuovo soggiorno, restando un deserto là donde partì.

Tal rimase l’Italia allora. Que’ cortigiani, generali, e grandi signori seguirono l’imperatore con le immense loro ricchezze, e servi, e clienti. I primari magistrati, i consiglieri, i ministri anch’essi accompagnati di lor famiglie, e lor genti, questo era un popolo senza numero, riflettendo al lusso di Roma, e di tal corte. La moneta, l’arti, le manifatture, l’industria, che seguirono quella ruota primaria, intorno a cui s’aggiravano, il nerbo principal delle armate, che dovea star presso al capo, tutto il meglio alla fine partì, e lasciò gran vuoto in Italia di abitatori, e di danajo, il qual sempre più co’ tributi andò passando al regio erario, e circolando intorno alla sede imperiale, colà traendo seco il commercio senza tornare addietro mai più per cinque secoli.

Chi può spiegare un tal danno? Basta ri-