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XVII.

Da Castiglione al Cigno delle Mogne

Si oltrepassa la piazza di Castiglione, il Voltone, il venusto e nuovo piazzale pubblico, non ancora compiuto, e per una buona via mulattiera, in direzione nord-ovest, ci rechiamo al Brasimone, che scorre profondo nella stretta vallea.

Arriviamo, dopo circa un’ora di cammino ai «Cigni delle Mogne». Cigno vale ciglione; così abbiamo il Cigno della Guardia, il Cigno de’ Rondoni, il Cigno di Posola ecc. Forse dai ciglioni dell’Appennino Apuano o del Marchigiano, attinse Dante l’idea dei suoi gironi infernali.

I Cigni delle Mogne sono imponenti pile di strati d’arenaria macigno infranti dal sollevamento, con orridi balzi, che si stendono per oltre un Km. Veduti dal M. Gatta sembrano un immenso e tetro muraglione; richiaman davvero alla mente il pensiero delle bolgie dantesche.

Profondamente erósi dal torrente, hanno un’elevazione di circa 200 m.

Un Oratorio sorge su queste denudate ròccie.

Nel mese di Agosto, vi si celebra una festa cui concorrono numerosissimi i montanini dai paesi cir-