Pagina:Bettini - Guida di Castiglione dei Pepoli, Prato, Vestri, 1909.djvu/144

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presentante la Vergine col Divino Fanciullo. — La madre s’avvicina il pargolo per baciarlo: le labbra sembrano sfiorarsi. Testoline d’angeli vaghissime sormontano sovra nubi leggiere il santo spettacolo. La fisonomia della Madre di Dio ha qualche cosa della stupenda Ilaria del Carretto, scolpita da Iacopo della Quercie.

Una folla di credenti accorre a venerare la Donna Celestiale, e in quelle gole aspre e selvaggie, forse, un giorno, ricovero di masnadieri e di banditi, odi risuonar cantici devoti, vedi trarre a migliaia e migliaia, gente, che ama, che spera, che crede.

Qui dee ricordarsi Federico Dall’Olio da Castiglione. — Lo conobbi appena, ma la sua imagine buona mi è sempre rimasta nell’animo. Fu di cuore eccellente, di buoni studi, di religione profondamente sentita e che si esplicava in opere di sapiente carità. Qui visse, diversi anni, come dicono, Custode; rese a Dio l’anima eletta nell’aprile del 1890, non ancora quarantaduenne a Baragazza, ove era stato traslocato come Arciprete e dove lo circondavano l’affetto e la stima di tutti.

Da Castiglione a Boccadirio, a piedi, andata e ritorno ore 4 circa.