Pagina:Bettini - Guida di Castiglione dei Pepoli, Prato, Vestri, 1909.djvu/31

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tranno e sapranno coll’aiuto di saggi cooperatori, ripopolare, pienamente le vette e i fianchi dei monti di gagliarde foreste; migliorare i sistemi di cultura e di metodi d’allevamento del bestiame. Questo è già iniziato, ed è a sperare che si continui su tal via.

E di quanto sarà avvantaggiata la condizione di queste popolazioni, se potranno in buon modo usufruire della ricchezza immensa di forza, che si può ritrarre dalle onde cadenti spumeggiando, dai loro dirupi, per le gole e per le valli! Si potranno animare opifìci, ove, senza bisogno di carbon fossile, tributo pagato allo straniero, si lavorino le materie prime, di cui l’Italia è pur ricca, ed anche quelle, che possan farsi venire, a modico prezzo, dall’estero.

Tal questione, però è intimamente connessa colla viabilità e colla facilità delle comunicazioni. Così possa e presto tradursi in atto lo splendido disegno della ferrovia direttissima tra Firenze e Bologna. Oltrechè alla patria comune, ne deriverebbero grandissimi vantaggi alle vallate del Bisenzio, del Sètta e del Brasimone1.

Che cosa poi non possiamo aspettarci dai progressi dell’Elettrotecnica, quando per essi possano usufruirsi le forze dei corsi fluviali?


  1. L’ing. Giovanni Ciardi, di compianta memoria, Deputato al Parlamento per più legislature, uomo di vasto ingegno e di cuore ancora più grande, propugnò, con esito però infelice, una linea ferroviaria che congiungesse Firenze con Bologna per le valli del Sètta e del Bisenzio. L’idea non fu abbandonata, e più che mai risorse quando per l’insufficenza della ferrovia Porrettana, per ragioni commerciali, tecniche, militari