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CAPO DECIMO.


Ma la potestà ecclesiastica, formidabile a tutta l’Europa, trovò sempre più o meno intoppo in un angolo dell’Adriatico.

La repubblica veneta ebbe la sua origine nel V secolo, quando la Venezia continentale, florida per industria, fu desolata e distrutta dalle invasioni dei Barbari, e gli abitatori fuggendo colle ricchezze mobili cercarono un asilo nelle lagune. Quella nuova società non si formò tutta ad un tratto, ma poco a poco: il governo popolare; ogni isola faceva da sè, ma necessità le riuniva quasi in vincolo federativo e con capi in comune.

La debolezza e i disordini inseparabili da reggimento così incomposto suggerì, verso la fine del VII secolo, l’idea di un capo unico, e fu il doge o duca, dignità imitata dai Greci d’Italia. Non si conosceva a quei tempi altra costituzione tranne quella di un primo magistrato elettivo che riuniva in sè tutti i poteri, civile, militare e giudiziario, in grado sconfinato, ma pure moderato dal concorso dell’assemblea generale del popolo. Il quale, in sì informe governo, se è attivo e geloso di libertà è agitato da tumulti continui. Imperocchè il principe tende ad usurpare, il popolo a resistere, donde risulta una lotta d’interessi opposti; dalla quale, ove il popolo sia sano, scaturisce quasi sempre una libertà sostantiva.