Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/257

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capo xii. 249

i trattati di Giovanni Gerson, ed ivi solo in poche pagine ne troverà buon numero.

Cristo, dicevano i Curiali, ebbe dal Padre pienissima potestà su tutta la Chiesa, la quale Cristo rinunciò in mano di Pietro e suoi successori; quindi non si può senza eresia appellare dal papa al concilio. Donde ne segue ch’egli ha facoltà di abrogare tutti i canoni vecchi e nuovi: e siccome l’Evangelio è dettato da Gesù Cristo e il papa ha la stessa potestà di lui, ne proviene ancora che il papa ha la potestà di dispensare dall’Evangelio. Infatti questa sua potestà è universale, sconfinata, e tanto grande che pochi arrivano a capirla. Basti dire che è vicario di Dio; anzi non è gran peccato il dire che sia Dio, o per lo meno si può benissimo stimarlo Dio in terra; e invece il disprezzarlo è una sorte d’idolatria. È massima cattolica il dire che si appartiene a lui il riprendere qualsivoglia principe repubblica, e se non obbediscono, obbligarli colle censure, deporli e sciogliere i sudditi dal giuramento. Veramente egli ha per fine il bene spirituale delle anime, e non s’impaccia nel governo de’ principi temporali; ma se abusano della loro autorità in danno delle anime o dei popoli o della cristianità, allora ha diritto di metterci le mani e di costringerli a far quello che stima giusto: e chi non crede questo, non è cattolico.

Oltre a ciò il papa, caso che sia utile o necessario, può per diritto divino disporre dei regni e degli imperii, di cui è il padrone, e darli a chi gli piace. E se un principe non obbedisse a ciò che comanda il papa, i sudditi non devono più obbedire