Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/289

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capo xiii. 281

approvi tutto ciò che fu fatto dai Veneziani, e infine prorompa a dire che Frà Paolo sotto la cocolla nascondeva un cuore da calvinista. Sicuramente quel prelato ignorava, la medesima accusa essere stata fatta a lui. Io non voglio crederla, perchè questo fabbricar congetture su ciò che v’ha di più occulto ai giudizi umani, è malignità enorme. Bene voglio dire che se Frà Paolo avesse scritto del papa ciò che scrisse Bossuet nella citata Difesa, i Curiali lo avrebbono fatto eretico cento volte più di quello che è; e Bossuet nel catalogo dei nemici della Santa Romana Chiesa avrebbe tenuto il posto del Sarpi, se quello avesse vissuto primo e questo dopo e scambiatisi a vicenda patria ed ufficio. Che se poi vogliamo fare un parallelo dei due personaggi, son certo che il vescovo francese non ne rimane in capitale. Bossuet prelato più dotto che buono, adulatore di Luigi XIV, cortegiano delle sue meretrici, invidioso, superbo ebbe querela coi più dotti uomini del suo tempo, de’ quali fu il persecutore; e a sua onta rimane tuttavia memoria della rabbia onde inveì contro il rispettabile Fenelon solo perchè la presenza di quel virtuoso era il vivo contrapposto di una corte dissoluta di cui Bossuet ambiva i suffragi e le carezze; e resta tuttavia memoria de’ scandalosi suoi intrighi onde farlo condannare a Roma, e della maligna sua gioia quando nella bolla condannatoria lesse una frase cui egli diceva equivalente ad hæreticus. Per orgoglio e per acquistarsi onori e ricchezze combattè i protestanti non colla modestia di apostolo, ma col calore di un controversista che vuole far pompa del suo sapere; il quale apparisce invero