Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/36

Da Wikisource.
28 capo ii.

della potestà regia ed imperiale, alla testa della fazione guelfa che oggi con mutato nome si chiama de’ Liberali, promovendo astutamente le libertà fratesche acquistarono su di loro il più imperioso ascendente, e riuscirono a farne la più fedele e più attiva e più coraggiosa loro milizia. Ma fa meraviglia come la stessa prudenza non abbiano usata inverso i Comuni, e che a quel modo che si fecero centro e capo delle fraterìe, non abbiano fatto anco delle società politiche. Che se questo si operava, sorgeva una monarchia di nuovo genere e forse la più meravigliosa di quante mai furono; nè forse il papato sarebbe ora in quei mali termini che fanno il persistere ne’ vecchi errori e il riformarli ugualmente nocivo: edifizio decrepito che si regge a stento, e non cade, perchè nissuno lo urta.

Le costituzioni fratesche sono sostanzialmente conformi in quasi tutti gli Ordini, benchè diverse nelle particolarità relative all’istituto di ciascuno. A me giovi soltanto dire de’ Serviti quali erano ai tempi di Frà Paolo, quando egli stesso ebbe mano nella compilazione delle leggi loro. Alcune modificazioni subìte da poi non variano il mio discorso.

L’Ordine de’ Servi era allora diviso in 13 Provincie di cui 8 soltanto avevano ingresso nei comizi generali, ed erano, seguendo l’antichità loro e i titoli di precedenza: Toscana o Firenze, Patrimonio di San Pietro o Roma, Lombardia o Milano colla vice-provincia di Reggio, Marca Trivigiana o Padova, Venezia, Mantova, Genova, e Napoli. Le Provincie di Barcellona, Marsiglia, Sardegna, Corsica e Inspruk per essere piccole o lontane non manda-