Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/76

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68 capo iv.

Giuseppe Ferrari di Milano possiamo lodarci d’una edizione delle sue opere disposta con tal ordine e illustrata per tale modo che i profondi suoi insegnamenti possono diventare di una intelligenza meno circoscritta. Che più? Non abbiamo neppure una buona storia della nostra filosofia e nemmanco una storia politica dell’Italia che meriti questo nome. In Francia, in Inghilterra ed anco in Germania per prima cosa ai giovani s’insegna a pensare, in Italia a far sonetti; e mediante una così utile educazione siamo diventati un popolo da commedia, mentre gli altri il sono da storia. Torno al Sarpi.

Anco gli antichi conobbero la calamita e la specialità che ha di attrarre il ferro, ma non andarono più oltre; tutto al più la supertizione e la ciarlataneria si associarono ad attribuirle virtù comentizie e la credettero eccellente alle ernie, a marginare le ferite, a prolungare la vita. Il primo che osservasse la facoltà che ha di volgersi ai poli e ne applicasse l’uso alla navigazione fu Flavio Gioia d’Amalfi verso il 1300. Un altro navigatore italiano, Sebastiano Caboto di Venezia, nel 1549 osservò che sotto alcuni paraggi l’ago calamitato declinava dai poli; il che fece credere che la calamita avesse poli suoi propri, e diede luogo a molte ipotesi tanto per determinarli, come per stabilire le longitudini.

Ma le proprietà elettriche sia di essa, sia di altri corpi che contengono magnetismo non cominciarono ad essere osservate se non dopo la metà del XVI secolo.

Intorno alle quali cose Frà Paolo aveva fatto già da più anni varie esperienze, le quali poi raccolse