Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/78

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70 capo iv.


«Ora io dico che nel trattato del Gilbert non v’è cosa che non sia stata prima osservata ed esperimentata dal Sarpi. Le medesime sono le sue viste; e riguardo a’ fenomeni, tutta la varietà si riduce al modo di esporli, o ne’ ragguagli. Frà Paolo è semplice, conciso, e non fa deduzioni sistematiche, e segue la massima inculcata dappoi da Bacone di Verulamio, cioè storia, osservazioni e sperienze».

E lodate le osservazioni del Gilbert intorno la declinazione e variazione dell’ago calamitato, aggiunge che il Sarpi anco in queste preceduto lo aveva, tanto che nelle sperienze di lui «non già v’è il solo elementare di quanto abbondevolmente osservò poi il Gilbert, ma ciò che basta ancora per la soluzione del problema di trovare la longitudine di un dato luogo, relativamente alle nozioni erronee che a quel tempo correvano. E qui mi piace, continua Grisellini, mettere innanzi alcune leggi di variazione riportate da Frà Paolo e che debbon essere il risultato di osservazioni, le quali, mentre andava componendo l’opera sua, erano state fatte da qualche suo corrispondente. Dopo d’aver notate che le variazioni sono diverse nello stesso meridiano, addita pure che sono maggiori più verso il polo che presso l’equatore; che la declinazione nel nostro emisfero procede verso oriente e nell’opposto verso occidente; che quanto più si va innanzi verso il Mediterraneo tanto è minore; che nell’Oceano va in linea retta verso la Persia; ed in mezzo ad esso Oceano stassi direttamente al polo tra l’Africa e l’America; che