Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/123

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capo xx. 115


Un’altra deformità introdotta nella Chiesa col pretesto di onorare la religione, ma invero per rendere più venerata e potente la casta sacerdotale, fu l’asilo accordato ai delinquenti ne’ così detti luoghi sacri. Avevano gli Ebrei le città di asilo per gli omicidi involontari, e in certi casi anco i pagani prestavano asili nei loro tempii. Il qual costume, secondo gli usi e le leggi di que’ popoli, sarà stato sicuramente ragionevole; ma oltre che a fare che il vecchio apparisse nuovo i cherici tanto aggiunsero alla imitazione che divenne pessimo, era eziandio incompatibile collo spirito dello cristianesimo che abborre non che il delitto, persino l’ombra o il pensiero di esso, e che, destinato alla felicità morale dei popoli, non ha alcuna ingerenza nella economia politica con cui si regola la società. Ma i cherici, sempre misurando il Vangelo dalle instituzioni umane, argomentarono che se un tempio dedicato ai falsi Dei era stimato inviolabile rifugio, molto più lo dovevano essere i tempii dedicati al vero Dio, e così servarono alla più pura delle religioni la vergogna di essere tutrice del delitto. E già nel IV secolo era tanto inoltrato l’abuso che i monaci osavano strappare di mano agli esecutori della giustizia i malfattori condotti al patibolo, e nasconderli nelle loro chiese o monasteri. Una legge di Arcadio ed Onorio del 398 lo frenò, senza punto estirparlo; perocchè fruttando ai cherici, a misura che l’ignoranza, ausiliaria formidabile delle superstizioni, intenebrò l’Europa, essi pure lo estesero sin dove poterono, e dichiarando un diritto divino trattarono da sacrileghi e da scomunicati quelli che vi si opponevano. In quei