Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/134

Da Wikisource.
126 capo xxi.

Padre, dice il Nuovo Testamento, è questa: essere benefico e pietoso, e custodirsi puro dalle contaminazioni del secolo». Nissun legislatore ha mai dato in più poche parole un precetto le conseguenze di cui sono infinite: un corpo sociale che lo mettesse in pratica raggiungerebbe la maggiore possibile felicità, ma poichè l’essere umano si governa tutto per passioni, e primeggiano fra loro l’ambizione e l’avarizia, elle fecero supporre che anco a Dio piacessero le ricchezze e la potenza. In conseguenza di che fra le instituzioni e leggi ecclesiastiche inventate da ottocento anni, poche sono quelle che non abbiano per fine di padroneggiare le coscienze e far denari. I meriti spirituali divennero facoltà trasmissibili: essendone depositari i preti, gli vendevano; avendone bisogno i laici, gli compravano. E il papa, vicario di Dio in terra, uguale a Dio in plenipotenza, giustizia e infallibilità, essendo la scaturiggine di tutti que’ beni, divenne l’oggetto principale del culto; e soggetto, le sue leggi. È naturale il credere che nissuna ne farebbe in suo svantaggio.

Malgrado la bontà del sistema e i raffinamenti con cui seppero condizionarlo, esso era pur sempre esposto a molte peripezìe, sopratutto se un’indiscreta curiosità si fosse data la briga di confrontare il vecchio col nuovo. Cristo e gli Apostoli dettando il Nuovo Testamento si lasciarono sfuggire espressioni non al tutto ortodosse; onde la Curia romana a rimedio degli inconvenienti decise che si dovesse leggerlo solamente in latino, avendo fatto male gli apostoli a scriverlo in lingua del popolo; e non es-