Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/166

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158 capo xxii.

verso le azioni: ed è purtroppo vero che Roma si è mostrata più incorreggibile colà dove appunto, più biasimata. Molti secoli prima di Frà Paolo, Dante cantava alle orecchie de’ papi suoi cootemporanei:

Di voi pastor s’accorse il Vangelista
Quando colei che siede sovra l’acque
Puttaneggiar co’ regi a lui fu vista;
Quella che con le sette teste nacque,
E dalle diece corna ebbe argomento
Fin che virtute al suo marito piacque.
Fatto v’avete Dio d’oro e d’argento;
E che altro è da voi all’idolatre,
Se non ch’egli uno, voi n’orate cento?


Tutti sanno a memoria due terribili sonetti del Petrarca in cui la corte di Roma è trattata da Babilonia che ha colmo il sacco dell’ira di Dio, ed invoca sulla testa di lei le fiamme del cielo, come sopra Sodoma e Gomorra; e a tutti ricorda la novella del Boccaccio dove narra che Abram giudeo essendo andato a Roma e veduti gli scandali che ivi si commettevano, si convertì e si fece battezzare; dicendo che il cristianesimo era veramente cosa divina, perchè si manteneva in piedi sebbene quanto aveva veduto farsi in corte di Roma fosse atto a distruggere qual si sia religione.

Dopo che Lutero ha fatto paura ai papi, essi hanno imparato a correggere i loro costumi: i cardinali presenti sono poveri; forse tre o quattro, dice Stendhal (scrittore riservatissimo e molto pratico di Roma), hanno l’amorosa, donna rispettabile e di una certa età; dodici o quindici coprono con una