Vai al contenuto

Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/179

Da Wikisource.

capo xxii. 171

domestico, purchè sia a compenso di fatiche che il ladro non crede premiate a dovere, è giustificato; lo spergiuro, il giuramento falso, il giuramento equivoco, il giuramento con restrizione mentale, formano una parte distinta della morale gesuitica, e i loro casuisti raccomandano caldamente ai confessori che istruiscano bene i loro clienti sul modo di usare or l’uno or l’altro. La simonia non è peccato neppure quando un beneficio ecclesiastico è stato ottenuto mediante la prostituzione della propria sorella; la sodomia non è peccato nei preti, quantunque lo sia nei secolari; l’onania, il procurato aborto, le usure, i duelli, il sacrilegio, la bestemmia, la ribellione, l’insubordinazione, il contrabbando, la frode agli esattori del danaro pubblico, l’omicidio, il suicidio, il regicidio e cento altre simili inezie sono giustificate o dichiarate lecite, o in certi casi obbligatorie.

Amar Dio, non è un precetto, ma un puro atto di civiltà. I precetti di Dio e della Chiesa non obbligano alcuno: una confessione o una comunione sacrilega soddisfa del pari come una fatta colla maggior divozione. La rivelazione, i profeti, i vangeli, i miracoli di Cristo si possono credere o non credere; anzi, dicono essi, sono credibili sì, ma non evidentemente veri. Il solo dogma necessario è questo: che vi è Dio, che Dio è rimuneratore; tutto il resto è accessorio o inutile. E neppure questo è rigorosamente necessario, perocchè eziandio il perfetto ateismo può essere scusabile.

Preti e frati sono d’accordo a farci paura del diavolo pingendocelo con coda e corna; ed evvi una