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capo xxii. 191

biano fatto opera efficacissima coll’Austria per escludere dalla successione al trono il principe di Carignano.

Vogliono alcuni che i gesuiti moderni abbiano considerevolmente mutato sugli antichi; ma è certo che Pio VII volendo innovare alcuna cosa nei loro statuti, il loro generale Karen disse aut sint ut sunt, aut non sint, «o siano quello che sono, o non siano». Quello che si può dire si è che malgrado la loro costanza e i patrocini che vanno mendicandosi, non potranno mai più risorgere all’imperio di prima. Come fazione politica non sono che una società secreta al servizio dell’assolutismo; e l’Austria che più di tutti se ne giova ha trovato l’arte d’impedirle ogni movimento proprio, e di maneggiarla a suo talento, tenendola abietta e serva intanto che mostra proteggerla. Come fazione religiosa è una fazione ridicola, e le puerili invenzioni a cui ricorre per darsi credito possono allettare qualche donnicciuola, ma invece di rialzare, come pretendono la religione romana, contribuiscono a viepiù farla deridere e a ruinarla; altronde non sono più ricchi e mancano d’uomini d’ingegno, intanto che i loro avversari ne possiedono di eminenti; hanno potenti nemici nella parte più illuminata del clero, nei frati, nel popolo, nella stampa, persino in corte di Roma, ma sopratutto nello spirito dei tempi: vivono quindi nel disprezzo, stromenti ignobili di polizia ne’ regni assoluti, diffamati negli Stati liberi, e dopo tante patite vergogne e screditati dall’istesso loro nome non possono più aspirare a far fortuna nel mondo.