Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/312

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304 capo xxviii.

capo 7 del libro 16; tre altre nel capo 11 ed una nel capo 12. E il più bello si è che il gesuita dopo di avere per tal forma violata la verità collo scopo di contraddire Frà Paolo, tributa a questo i titoli di bugiardo, calunniatore, falsario. Otto falsificazioni nel contenuto di pochi fogli, danno una cattiva idea di tutto il resto. Altre gliene imputa il cardinale Querini; monsignor Mansi pubblicò una istruzione data dal papa al cardinal Morone che nè per la data nè per il contenuto si somiglia a quella riferita dal Pallavicino; e i sei tomi in 4.° di Monumenti relativi all’istoria del concilio tridentino pubblicati da Judocus Le Plaet teologo di Lovanio offrono altrettante prove della veracità di Frà Paolo e della mala fede del Pallavicino. Quella collezione, che è assai preziosa, fu molto mal veduta dai Curiali che ne mossero aspre persecuzioni all’autore, sino a sollevargli contro i suoi scolari e a farlo cacciare dalla Università; e avrebbe patito di peggio, se a lor non lo sottraeva il patrocinio liberale di Giuseppe II. Infine è da sapersi che il Padre Buonfigliuolo Capra, servita luganese, sussidiato dal Padre Bergantini aveva occupata una parte della sua vita a documentare l’Istoria del Concilio Tridentino di Frà Paolo, ed asseriva, non esservi cosa che non fosse provata o non potesse giustificarsi. Ma il suo lavoro, condotto quasi a pieno compimento quando la morte lo sopragiunse, perì nell’incendio che arse (non a caso, si crede) il convento dei Servi di Venezia nel 1769.

La locuzione del Pallavicino è purissima, e financo affettata e leziosa; il che, a chi non è linguista,