Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/42

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34 capo xviii.

questione o incerto quale fosse il suo parere. Così può essere che il Linck lo abbia interrogato sulle parole hoc est corpus meum, pietra di paragone con cui si distinguevano i seguaci delle varie sêtte; e Frà Paolo avrà risposto seguendo l’usato suo stile, adducendo le opinioni degli uni e degli altri senza dire la propria. Sarebbe dunque meraviglia se un luterano, caldo per la sua sêtta, lo abbia inteso a modo suo, e aggiuntovi, per aggrandire il racconto, particolarità chimeriche? Per quante indagini io abbia fatto per trovare altrove indizi di questo aneddoto, sono riuscito a nulla; ma dagli altri di simil genere che ho potuto dilucidare, e che riferirò in appresso, vedrà il lettore che debba credere e qual giudizio fare anco di questo.

Ripigliando indietro il filo della storia, prima ancora che l’ambasciatore olandese arrivasse a Venezia, le difficoltà principali tra questa e la Santa Sede si erano appianate.

Enrico IV capo di un popolo potente uscito pur ora da una lunga guerra civile, e in conseguenza armigero, inquieto, e per soprassoma diviso di religione, a contenerlo di dentro pensò al solito rimedio convenevole a’ Francesi di guidarli a sfogarsi di fuori, e disegnava di prostrar l’Austria e di cacciar dall’Italia gli Spagnuoli. A tal fine fece convenzioni varie con l’Inghilterra, l’Olanda, i principi protestanti di Germania, il duca di Savoia; ma gli abbisognavano anco Venezia ed il papa. I quali divisi pei loro dissidi ed egli affaticandosi per metterli in concordia, poichè vide le contese rinascere l’una dall’altra, se ne stancò, dando torto ad ambe